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Ciccio,
libraio editore
Quel
luogo nel cuore di Avola, posto a mezzogiorno, fra uno snodo non interrotto di
strade, dove Mazzini e Garibaldi padri del Risorgimento italiano si abbracciano
nelle vie che li ricordano...
Se
Alessandro Manzoni fosse vissuto in quest'epoca, dopo un'escursione ad Avola,
probabilmente avrebbe così iniziato il suo capolavoro letterario, mutando
i nomi dei protagonisti da Renzo e Lucia in Ciccio e Liliana, rappresentandoli
in una storia di vita ordinaria nel Novecento in versione di fine millennio.
Diversi
dal romanzo di manzoniana memoria personaggi, episodi, trame, ma uguale il tema:
l'amore per la vita, bene supremo da conquistare, qui per il tramite della letteratura,
perciò del libro.
Nasce
così, più per gioco (ch'è la cosa più seria della
vita) e per scommessa, che per intenzione di lunga durata, l'idea della Libreria,
ponendo radici in un luogo fisso ad una attività che Ciccio Urso già
svolgeva in forma itinerante. Con alle spalle una esperienza politica di sessantottino
convinto - squattrinato ma onesto, reduce da numerosi lunghi viaggi nel mondo
(vizi entrambi rimasti tali) - e la duplice passione, ch'è amore, per Liliana
e per il libro: la prima conquistata impalmandola, l'altro legato a sé
in via definitiva con l'apertura di quel buco, posto a Capo Sud d'Europa, perciò
la libreria ultima (uscendo) o prima (entrando) nell'antico continente. Non più
di venti metri quadri, dove i libri trovano allocazione da terra al tetto, negli
scaffali, nella vetrina e anche accalcati fra loro e in piccoli mucchi negli angoli
e financo agganciati con chiodo e fil di ferro nella parte interna della vecchia
porta a due ante (qui detta alla "palermitana") che un lucchetto in precarie condizioni
di funzionamento tenta di preservare da intrusioni notturne. Poi c'è lo
scagno, ossia un tavolinetto che non si vede più essendo stracolmo di libri,
riviste, giornali, penne, gomme, computer, stampante, annunci vari, messaggi d'amici,
aforismi captati parlando, raccolti da Ciccio che li trascrive, scritti recenti
d'autori locali pubblicati, anche sulla Rivista dal colore grigio verde, "Gli
Oratori del Giorno", fondata nel 1927 da Titta Madìa sr che lui agita,
mostrandola ai presenti ed alla cui forma grafica si è ispirato per creare
la collana editoriale di monografie "I quaderni dell'Orso". Dietro quella pila
di libri che giace sopra (ma anche sotto) la scrivania s'affaccia sorridente e
sornione lui, Ciccio, il libraio, che nel frattempo ha esteso il vizio, diventando
anche editore, piccolo ma non minore.
Ruota
la testa enorme ornata dalla folta chioma e incorniciata da un paio di grandi
occhiali che si muovono in saliscendi via via che arriccia il naso per una delle
sue consuete risate e, con voce squillante e dal tono fra serio e faceto, apre
le due lunghe braccia, per dirigere come un maestro di musica quella orchestra
che gli sta davanti.
Tre
persone - è il massimo che lo spazio concede - si dimenano fra un libro,
una rivista, una "quisquilia", ammirando con occhio carezzevole e fugace quella
bella fanciulla che telefona al moroso, mentre gli altri aspettano pazientemente
sul marciapiede davanti alla porta il loro turno per entrare nel palcoscenico
e svolgere il ruolo di solisti, o primi attori, contentandosi intanto di esercitare
il ruolo di comparse.
Spesso
i primi attori si attardano a non lasciar la scena ad uno ad uno, preferendo andar
via tutti insieme, come avveniva negli anni Trenta e Quaranta ai frequentatori
notturni del palco della musica (usato nelle sere d'estate come una sorta di circolo
ricreativo all'aperto), per evitare che chi resta cominci a sparlare di chi è
appena andato via. Capita nel frattempo di veder apparire Liliana, nascosta
fra i libri a cagione della sua esilità, intervenire nel discorso, o di
assistere ad una incursione di Marco, futura speranza editoriale, il quale reclama
un gelato a Ciccio che lo rabbonisce "Ti fa male". Tra un discorso,
una battuta e l'altra, un "personaggio" e l'altro che si alternano nella recita
("È la casa che li porta".... direbbe un amico d'antica memoria
ora scomparso), si svolge il teatro della vita di paese, nel Sud della Sicilia,
giardino del mondo. E si scrive la storia, quella con la esse minuscola fatta
di piccoli episodi ed eventi del quotidiano, che probabilmente è più
importante di quell'altra con la consonante maiuscola che narra dei grandi eventi
e che forse più interessa pochi uomini.
In
fondo il presente non esiste. Mentre si scrive, si parla, si legge, il presente
è già passato. Ricordare dunque per riessere, perciò rivivere,
ecco il problema. Per dirla con Eduardo De Filippo "ha dda passà 'a
nuttata".
Il tempo
scorre piacevolmente nella Libreria Urso, dove si esercita in permanenza la sagra
del libro, unico vero protagonista di questo teatro che è anche il centro
e il cuore del mondo e dell'uomo e lo aiuta appunto a vivere.
Quel
buco o "covo" come affettuosamente lo chiama l'altro Urso, Alessandro,
avolese da trent'anni emigrato in Canada ma col cuore qui, si appresta a festeggiare
le nozze d'argento col libro e l'editoria e rammenta i quattro lustri già
passati con una dedica su papiro a firma degli amici che Ciccio tiene alle spalle
sopra la testa come una corona. Accanto alla quale è fissata anche una
maschera teatrale in miniatura, per ricordare a ciascuno il suo ruolo nella recita
del teatro della vita, e un palloncino pronto, all'occorrenza, ad essere gonfiato
e immediatamente subito sgonfiato all'orecchio di qualcuno che tenta di sollevarsi
da terra...
Ma in quel
luogo si va anche per acquistare libri, e se ne trovano di ogni genere e specie:
antichi e moderni, di tutti gli editori, italiani ed esteri, oltre quelli da lui
editi, ovviamente, e, se si cerca un libro che non c'è, Ciccio assicura
che si può avere in meno di una settimana, sempreché gli si lasci
un acconto, altrimenti finisce come lo Zufolo di Giufà.
Quando
vado fuori, una delle prime cose di cui vado in cerca è la libreria; ma
posso dire che solo la famosa libreria parigina "Shakespeare and Company" - fondata
nel 1901 da Silvia Beach, frequentata da gente famosa e no, di tutto il mondo,
e ora gestita da George Whitmam, che con Urso, pur nella differenza di età,
ha molti tratti in comune in quanto a disponibilità umana, simpatia, occhio
esperto e vigile, bontà d'animo -, mi procura lo stesso fascino di questo
buco.
E sarà
quest'angolo di vita e di cultura, dove gli incontri sono ancora l'unica possibilità
che resta in provincia per cogliere le tensioni del mondo, a rappresentare nel
terzo millennio che avanza, ancora più e meglio di oggi, la storia e la
civiltà di un piccolo paese dal nome sdrucciolo, posto ai piedi degli Iblei,
in terra di Sicilia, luogo di questo pianeta.
Giovanni
Stella
in "Le Sirene
e l'Isola",
Libreria Editrice Urso, pagg. 99-100-101-102
Avola 1998
Libri in corso di stampa
Cettina Lascia Cirinnà Poesie d'estate
2011, 8°, pp. 72, Foto di Fabio Montalto € 12,00
Collana Opera prima, n. 23
Nasce a Noto (SR) il 29 gennaio 1959, si diploma al Liceo Scientifico E. Majorana di Noto e si iscrive alla facoltà di Lettere Moderne dell’Università di Catania. Per motivi personali e di lavoro si trasferisce in Lombardia dove si occupa principalmente della famiglia e lavora nella Pubblica Amministrazione.Ha iniziato a scrivere le proprie emozioni da due anni circa, dopo aver assistito in prima persona alla trasformazione dei tratti del viso di una madre a causa di un evento doloroso. Cettina scrive i suoi versi senza rispettare la metrica perché vede, quest’ultima, come un bavaglio alle sue emozioni, sente il bisogno di comunicarle a chi vuole avvicinarsi a quella forma d’espressione che traduce le emozioni, cioè la Poesia. Le sue poesie nascono da un velo di tristezza che lascia subito il posto alla speranza e coglie l’attimo fuggente della felicità che ognuno di noi deve inseguire e perseguire a tutti i costi.
La consapevolezza di ricorrere alla meraviglia dello spettacolo della natura per descrivere le emozioni, si fa strada pian piano dentro la sua anima, tesa come le corde di un violino che aspetta con ansia una mano abile, capace di tradurre il suo suono celestiale in parole vibranti diretti al cuore, con l’obiettivo di arrivare ad una vera osmosi con il lettore che non ha paura di mostrare la vulnerabilità dell’essere, certo di possedere la fantasia per superare qualsiasi ostacolo alla felicità.
Mary Di Martino Musica dell'anima 2011, 8°, pp. 72
€ 12,00 Collana
Opera priman. 27
Mary Di Martino nata a Toronto (Canada), coniugata con due figli, vive a Pachino (SR) dove insegna.
Dopo la maturità scientifica consegue a Catania il Diploma accademico in Pianoforte (vecchio ordinamento). Nell’anno 1982/83 partecipa al Concorso a cattedre a fini abilitanti per la scuola secondaria di primo grado e lo vince. Nell’anno successivo è docente titolare presso il 4° I. C. “V. Brancati” di Pachino e dal 2000 presta servizio presso il 3° I. C. “G. Verga”, nella stessa sede di titolarità.
Oltre alla musica - il suo primo amore - è appassionata di letteratura classica e moderna, arti figurative, filosofia, discipline orientali ed argomenti correlati.
Fin da adolescente ha sempre nutrito interesse per l’arte poetica. Già dai tempi del liceo scriveva, ma in maniera discontinua, brevi componimenti che rispecchiavano i suoi sentimenti, la sua vita. Tra il 1995 e il 1997 ha ricominciato a scrivere qualche poesia. Poi, a partire dal 2002, la svolta; tra una parentesi e l’altra, fino ad oggi, ha scritto la sua prima raccolta di poesie, data alle stampe con la Libreria Editrice Urso.
Non ha mai partecipato a nessun concorso di poesia ed è alla sua prima esperienza editoriale.
Salvatore Salemi La vita e l'opera di Teocrito Di Giorgio 2011, 8°, pp. Collana Mneme n. 30 ISBN 978-88-96071-50-2
Giusseppe Rossi Avola attraverso i secoli - Spigolature iblo - sicole riassunte da fonti storiche
a cura di Marco Urso
ristampa dell'edizione del 1930
2011, 16°, pp. 72 ISBN
978-88-96071-49-6 PRENOTA IL LIBRO
Roberta Coffa Esiste il diritto di morire? 2011, 8°, pp. 112
€ 12,00 Collana Opera priman. 28
Roberta Coffa è nata ad Avola, il 1° ottobre 1986, vive fra Avola e Catania, dove ha conseguito la laurea magistrale in giurisprudenza nel settembre 2010. Attualmente frequenta il primo anno della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali a Catania ed esercita la pratica forense presso uno studio legale ad Avola. Collabora alla rivista “Avolesi nel mondo”. A parte il diritto, le sue passioni sono la lettura, la poesia e il teatro. “Esiste il diritto di morire?” è il suo primo libro.
La ristampa di un'opera pubblicata a Firenze per la Tipografia Cooperativa nel 1888 dal chimico, farmacista, demologo e glottologo Corrado Avolio, nato a Siracusa nel 1843 e vissuto a Noto fino alla data della sua morte nel 1905.
Salvatrice Catinello Come potrò dire a mia madre che ho paura?
a cura di Roberta Malignaggi
2011, 8°, pp. 120
€ 14,00 Collana OPERA PRIMA n. 29
ISBN 978-88-96071-48-9
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